giovedì 21 marzo 2013

I vagabondi del Dharma



Recensendo la raccolta di saggi sul buddhismo di Jack Kerouac, “Il sogno vuoto dell’Universo”, Oscar Botto, uno dei massimi eruditi italiani in materia, ha detto del romanziere di Lowell, Massachusetts (1922-1969): “Chi è abituato come me agli studi della Sorbona, a leggere i monumentali volumi dei grandi classici sul buddhismo, allibisce davanti a questo capolavoro di espressioni irrequiete, folli, senza senso. [..] Sono abituato a confrontarmi con opere grandiose, che trasudano saggezza. [..] No, mi creda, [J.K.] era proprio uno sprovveduto. Poteva essere un ottimo gestore di birreria, ma con il buddhismo c’entra come me con il calcio”.

A noi, più modestamente ed ostinatamente, basta leggere e rileggere Kerouac, ormai da almeno 45 anni, e farcene un'opinione personale. Così, ne “I vagabondi del Dharma”, romanzo del 1958, potremo trovare tra l'altro queste parole:


“…sai per me una montagna è come un Buddha. Pensa alla pazienza, centinaia di migliaia di anni a star lì sedute nel più perfetto perfettissimo silenzio come se pregassero per tutti gli esseri viventi in quel silenzio e semplicemente aspettassero la fine di tutto il nostro agitarci e dimenarci.”

***

“Ma in tutto ciò v’era una punta di saggezza, come potrete constatare voi stessi passeggiando qualche sera in certe vie della periferia passando davanti a una sfilza di case a entrambi i lati della strada ciascuna col suo lampadario nel soggiorno, tutto luce dorata, e dentro, il piccolo rettangolo azzurrino del televisore, con ogni famiglia vivente che inchioda la sua attenzione probabilmente su un unico spettacolo; nessuno parla; silenzio nei giardini; i cani t’abbaiano contro perché cammini su piedi umani anziché su ruote.”

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“- So che da tutto questo uscirà qualcosa di buono!

- Da tutto che?

- Non so… dalla concezione che abbiamo della vita. Tu e io non abbiamo in programma di spaccare il cranio a nessuno, né di tagliare la gola a qualcuno con un sistema economico, ci siamo dedicati alla preghiera per tutti gli esseri viventi e per di più appena avremo la forza necessaria saremo davvero in grado di farlo, come gli antichi santi. Chi sa, il mondo potrebbe svegliarsi e sbocciare dovunque in un bellissimo fiore del Dharma.” 


Jack Kerouac
Altrove, J.K. ha scritto anche: 

“Il punto è che stiamo aspettando e non quanto stiamo comodi durante l’attesa. L’uomo del paleolitico se ne stava davanti alle caverne in attesa di capire perché fosse lì, e cacciava; gli uomini moderni aspettano in case adornate e cercano di dimenticare la morte e la nascita. Stiamo aspettando di capire che questa è la Dorata Eternità”. 

Ed anche questo haiku è opera sua:

Mancato un calcio
Allo sportello della ghiacciaia 
        Si è chiuso lo stesso 


Si vedano:
J. Kerouac, I vagabondi del Dharma, Ed. Garzanti
J. Kerouac, Il sogno vuoto dell'Universo, Ed. Oscar Mondadori








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