martedì 8 settembre 2015

Il Catechismo del Buddha

Molto spesso nella storia umana concrete esperienze spirituali ed intellettuali sono state trasformate in astratti sistemi religiosi, filosofici, politici, in ideologie.
In tal modo quelle esperienze hanno perduto gran parte della loro freschezza, divenendo dogmi intoccabili, rigide strutture mentali e potenti istituzioni.
Un sintomo di questo fenomeno è, a parere di chi scrive, la creazione dei “catechismi”.


Il termine “catechismo” secondo il vocabolario Treccani significa “istruzione religiosa; più comunemente, l’insieme dei principi della dottrina cristiana, formulati in una serie di domande e risposte, soprattutto per l’istruzione religiosa dei giovani, e il libro che li contiene”. Si tratta quindi di un testo che riassume i lineamenti fondamentali di una dottrina (non necessariamente solo quella cristiana), che può essere comodamente utilizzato a fini didattici.
In realtà, la parola trova la sua origine e il suo senso profondo nella lingua greca, laddove indica letteralmente un “insegnamento orale” (katà = dall’alto; ekein = far risuonare, echeggiare – da cui: eco), ovvero proprio quel tipo di insegnamento non testuale, da bocca a orecchio, che i grandi maestri della spiritualità predilessero (si pensi alla tradizione vedica, al Buddha, a Socrate, a Pitagora, al Cristo), in quanto permetteva loro di rapportarsi direttamente ai singoli discepoli, alle loro concrete esigenze, alle loro capacità, al loro grado di maturità. Si evitava così il rischio di un insegnamento omologato, concettualizzato, privo della vitalità che solo il rapporto diretto tra maestro e discepolo può avere. Una didattica che va proprio nella direzione opposta rispetto a quella che l’uso di un volume di catechismo può indicare!


Ma nemmeno il buddhismo, che da sempre viene considerato come una tradizione non fondata sulla sacralità dei testi bensì sugli insegnamenti pratici, una via pragmatica e non dogmatica – nemmeno il buddhismo, si diceva, è sfuggito alla trappola dei catechismi, almeno in un caso di non secondaria importanza per quanto concerne la sua storia in Occidente.
Il 7 luglio 1881 H. Sumangala, “Sommo Sacerdote di Sripada, Rettore del Seminario Teologico Buddhista di Colombo”, certificò di aver “accuratamente esaminata la versione singalese del Catechismo compilato dal Col. H.S. Olcott”, affermando che essa concordava con “il Canone della scuola Buddhista del Sud” e raccomandandola “a tutti coloro che desiderano istruire i principianti sugli elementi essenziali” del buddhismo.
Il volume, intitolato nella versione italiana “Catechismo della Dottrina Buddhistica” o “Catechismo Buddhistico”, è opera del Colonnello Henry Steel Olcott (1832-1907), fondatore, insieme con Helena Blavatsky, della Società Teosofica (New York 1875).

Henry S. Olcott
È diviso in 5 capitoli (La vita del Buddha, Il Dharma o la Dottrina, Il Sangha o l’Ordine Monastico, L’origine e la diffusione del Buddhismo, il Buddhismo e la scienza) più una Appendice, per un totale, nell’edizione di cui si parla, di circa 140 pagine.
Come ogni catechismo che si rispetti, è strutturato in domande e risposte (in totale 346).
Ad esempio, a partire dal n. 368 (nel capitolo sulla scienza) si chiede e si risponde, a proposito dei “poteri” (iddhi, o siddhi):

“368. D. - Ammette il Buddhismo che l’uomo possieda dei poteri latenti atti a produrre i fenomeni volgarmente chiamati miracoli?
R. - Si, ma tali poteri sono naturali e non sopranaturali. Questi possono essere sviluppati anche con un sistema esposto nei nostri libri sacri, come per esempio il Visuddhi Marga.
369. D. - Quale è il nome di questa scienza?
R. - In pali, Iddhi-Vidhana.
370. D. - Quanti sono i sistemi?
R. - Due: Bahira o il metodo per cui si ottiene temporaneamente il potere di produrre fenomeni, con pratiche ascetiche, con l'uso di droghe, recitando Mantras (incantesimi) e con altri mezzi. Il secondo metodo è Sasanicas in cui il potere viene acquisito con l’autosviluppo interiore e comprende tutti i fenomeni di Laukika Iddhi.
371. D. - Quali sono gli uomini che godono di questi poteri?
R. - Coloro che li sviluppano gradualmente con un metodo ascetico chiamato Dhyana.
372 D. - Si possono perdere tali poteri? 
R. - Si può perdere il potere Bahira ma non il Sasanika, che deriva dallo sviluppo interiore e viene acquisito per sempre, ed è soltanto con la conoscenza Lokottara che l'Arhat conquista la condizione assoluta del Nirvana, alla quale non si arriva se non si segue la nobile vita dell'Ottuplice Sentiero.
373. D. - Il Buddha possedeva il Lokottara Iddhi?
R. - Si, alla perfezione.
374. D. - E lo possedevano anche i suoi discepoli?
R. - Qualcuno si, ma in modo ineguale. La possibilità di acquistare tali poteri varia per ogni individuo.”

E più sopra, a proposito del rapporto tra coniugi:

“210. D. – E [cosa insegna il Buddha su] il dovere del marito verso la sua sposa?
R. - Amarla; trattarla con rispetto e bontà esserle fedele; farla onorare dagli altri ed assicurarle le vesti e gli ornamenti che le si convengono.
211. D. - E la sposa verso il marito?
R. - Testimoniargli affetto, dirigere bene la sua casa; essere premurosa con gli ospiti, casta ed economa e dimostrare abilità e diligenza in tutte le cose.”


Infine, l’Appendice che chiude il volume e che si intitola “Credenze fondamentali del Buddhismo” riporta 14 proposizioni “sulle credenze accettate come principi fondamentali” sia dai Buddhisti del Nord sia da quelli del Sud, ed infatti è controfirmata da quelli che Olcott chiama “Sommi Sacerdoti” (!), presenti alla conferenza buddhista di Adyar (India) del 1891. Può essere interessante, specialmente da un punto di vista storico, leggerla per intero:

Un'edizione italiana del Catechismo di Olcott
"1. Ai buddhisti viene insegnato di avere per tutti gli uomini indistintamente la stessa tolleranza, indulgenza e amore fraterno nonché bontà per il regno animale.
2. L'universo è stato evoluto e non creato e opera conformemente alla Legge e non secondo il capriccio di qualche Dio.
3. La verità sulla quale è fondato il buddhismo è naturale. Noi crediamo che questa sia stata insegnata nel corso dei Kalpas o periodi mondiali, dagli esseri illuminati, chiamati Buddha; il nome Buddha significa “illuminato”.
4. Il quarto Istruttore dell'attuale periodo mondiale (Kalpa) fu Sakya Muni o Gotamo Buddha, nato in una famiglia reale dell'India, circa 2500 anni or sono. Egli è il personaggio storico dal nome Siddharta Gautama.
5. Sakya Muni insegnò che l'ignoranza produce il desiderio; il desiderio insoddisfatto determina la rincarnazione [sic] e la rincarnazione è la causa del dolore. Per conseguenza, per liberarsi dal dolore è necessario sfuggire alla rinascita; per sottrarvisi occorre estinguere il desiderio e per estinguere il desiderio è indispensabile sopprimere l'ignoranza.
6. L'ignoranza alimenta la convinzione, che la rincarnazione sia necessaria. Allorquando l'ignoranza si estingue, ci si avvede che le rinascite considerate come fine a sè stesse, non hanno alcun valore, e si riconosce l'enorme importanza di vivere in modo che queste abbiano fine. L'ignoranza genera l'idea illusoria e illogica di una sola esistenza per l'uomo, e che questa unica vita sia seguita da una vita eterna di beatitudine o di tormento.
7. L'ignoranza può essere superata con la perseverante pratica dell'altruismo nel suo più esteso significato; con lo sviluppo dell'intelligenza; con la saggezza del pensiero e con la distruzione di ogni desiderio per i piaceri bassi e personali.
8. Poiché il desiderio di vivere è la causa della rincarnazione, quando il desiderio si estingue cessano anche le rinascite, e l'uomo perfetto arriva con la meditazione al sublime stato di pace: al NIRVANA.
9. Il Sakya Muni insegnava, che la ignoranza può essere distrutta e il dolore allontanato con la conoscenza delle Quattro Nobili Verità e cioè:
1) Le miserie dell'esistenza;
2) La causa produttrice della miseria che è il desiderio sempre rinnovato di soddisfare sè stessi, e che mai si riesce ad appagare;
3) La distruzione o il completo distacco da ogni desiderio;
4) I mezzi indicati per distruggere il desiderio, sono quelli del Nobile Ottuplice Sentiero e cioè:
I retta condotta;
II retto pensiero;
III retta parola;
IV retta azione;
V retti mezzi di sussistenza;
VI retto sforzo;
VII retta memoria;
VIII retta meditazione.
10. La retta meditazione conduce alla illuminazione spirituale, o sviluppo della facoltà buddhica latente in ogni uomo.
11. L'essenza del Buddhismo è stata riassunta dal Tathagata (Buddha) stesso:
- Astenersi da ogni male,
- Fare il bene,
- Purificare il cuore.
12. L'universo è sottoposto ad una causalità naturale denominata “Karma”. I meriti o demeriti di un essere maturati nelle passate esistenze, determinano la condizione della sua vita attuale. Ogni uomo è pertanto l'artefice delle cause che produssero gli effetti dei quali fa attualmente esperienza.
13. Gli ostacoli che impediscono di ottenere un buon Karma possono essere evitati con l'osservanza dei seguenti precetti, che fanno parte del codice morale del Buddhismo:
1) Non ammazzare
2) Non rubare
3) Non darti a piaceri sessuali illeciti
4) Non mentire
5) Non far uso di droghe o di liquori inebbrianti [sic].
Altri cinque precetti che qui non vengono citati, devono essere seguiti da coloro che vogliono essere liberati dalla miseria della rincarnazione in un periodo di tempo più breve di quello degli altri uomini.
14. Il Buddhismo biasima la credenza superstiziosa. Gotamo Buddha insegnava che il dovere del genitore era quello di far istruire il figlio nelle scienze e nella letteratura. Egli insegnava pure, che nessuno deve credere a ciò che è stato detto non importa da quale saggio, scritto o libro o affermato dalla tradizione, se non viene anche confermato dalla nostra stessa ragione.

Redatto allo scopo di creare un terreno d'intesa fra tutti i buddhisti.
H. S. OLCOTT
Presidente fondatore della Società Teosofica.

Rispettosamente sottoposto all'approvazione dei Sommi Sacerdoti delle nazioni da essi rappresentati alla conferenza buddhistica tenutasi ad Adyar, Madras nei giorni 8, 9, 10, 11 e 12 gennaio 1891 (A. B. 2434)
per il Giappone
firmato .... Hozen Gunaratana e Chiezo Tokuzawa
per la Birmania
firmato .... U. Hmoay Tha Aung
per Ceylon
firmato .... Dhammapala Hevavitarana
per Chittagong (Bengala)
firmato .... Maung Tha Dwe, Delegato di Krishna Chandra Chowdry".

Un catechismo di una chiesa particolare

Per saperne di più sulla Società Teosofica:

http://www.teosofica.org/it/
http://www.treccani.it/enciclopedia/teosofia_(Enciclopedia-Italiana)/
http://www.cesnur.com/gruppi-teosofici-e-post-teosofici/la-societa-teosofica/

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